Secoli XVIII e XIX

Un saggio di notevole successo di C. su La storia della seduzione (Sellerio editore, Palermo 1999, pp. 92) traccia un percorso dall’antichità ad oggi, e collega i secoli XVIII e XIX al XX, profilando un’evoluzione della figura del seduttore dal Casanova e dal “Don Giovanni” al Marchese de Sade, al “perverso Femminino” di Baudelaire e alla donna-vampiro che evolve nel corso del Decadentismo nella tipologia estenuata della “femmina fatale” dell’Ottocento, a Oscar Wilde e a Beardsley, a D’Annunzio e a Eleonora Duse, alle dive dello stars sistem e infine a Warhol, che ricongiunge all’arte la “seduzione di massa”. Al saggio ora citato si allinea la mostra La seduzione. Da Boucher a Warhol, tenutasi nell’Accademia Valentino di Roma (novembre 1992-febbraio 1993) a cura di un “comitato scientifico-organizzativo” presieduto da C. (catalogo Ed. Leonardo-De Luca, Roma 1992) con il saggio di C. Percorso della seduzione, pp. 9-22 .
L’attività giornalistica di C., tenuta sempre su un piano di rigore con la sua impronta di studioso, comprende anche il Settecento. (15)
Ma i contributi più significativi al XVIII sec. sono quelli intorno a G. B. Piranesi (e a Francesco Piranesi).  Per inquadrare questa fase dei suoi studi occorre rapportarsi alla sua carriera di funzionario delle Belle Arti, negli anni (vedi supra) in cui dirige la Calcografia Nazionale (ora Istituto Nazionale per la Grafica). Come direttore della Calcografia, infatti, C. promuove una accurata e sistematica revisione di tutti i rovesci delle lastre piranesiane, giungendo così alla scoperta, già accennata, della imponente rappresentazione della Caduta di Fetonte, sul rovescio di una doppia lastra, e di diversi rovesci di grande interesse, tra cui alcuni di mano di Francesco. Nel 1967 cura nella Calcografia Nazionale una mostra di Giovan Battista e di Francesco Piranesi in cui torna a pubblicare i suddetti rovesci (Giovanni Battista e Francesco Piranesi, Roma, De Luca editore, 1967, pp. 50 + 58 tavole), collabora con uno scritto in catalogo alla mostra di Piranesi tenutasi a Venezia nel 1978 e sarà poi tra i principali animatori della grande mostra Piranesi nei luoghi di Piranesi (Roma e Cori, 1979) nel cui catalogo pubblica un importante saggio sulle Carceri. Questi scritti erano stati preceduti dalla lunga introduzione (pp. V-XLII) alla monografia di Henri Focillon su Piranesi e tradotta in italiano: Henri Focillon, Giovan Battista Piranesi, a cura di C. e Augusta Monferini, edizioni Alfa, Bologna 1967. Qui C., oltre a illustrare il nuovo e straordinario doppio rovescio con la Caduta di Fetonte, esponeva per la prima volta le sue innovative tesi sul grande incisore, ambientandone la visione non più in un precoce romanticismo ma nella tradizione antiquaria (le Carceri come rievocazione del Mamertino) e nella cultura illuminista, di Vico e di Montesquieu, in sintonia con la filosofia inglese del Sublime, di Addison, di Burke, di Hobbes e di Hume, intrisa peraltro di sentori giansenisti (Bottari) e massonici: tesi queste poi approfondite in successivi interventi (16), poi ampiamente accolte, e infine nuovamente illustrate nella comunicazione “Rivisitando Piranesi” al recente Convegno dell’Accademia dei Lincei sulla Cultura del Settecento, che riprende la vasta gamma delle novità calvesiane sulla figura di Piranesi, avanzando nuove prove circa l’appartenenza (o stretta vicinanza) alla massoneria tanto di Giambattista quanto di Francesco. C. promuove anche studi su Giuseppe Vasi, maestro del Piranesi, e scrive l’introduzione al volume della sua allieva L. Scalabroni, Giuseppe Vasi 1710-1782, Multigrafica Editrice, Roma 1981.
A Palermo sua prima cattedra di Storia dell’Arte C. promuove la pubblicazione dei “Quaderni dell’AFRAS” (Archivio Fotografico Regionale Arte Siciliana, da lui fondato). (17) Pubblica inoltre numerosi articoli su importanti artisti dell’Ottocento in quotidiani e riviste (18). Ma il contributo più rilevante alla pittura del XX secolo è la pubblicazione di un taccuino inedito di G. Seurat, contenente un alto numero di disegni inediti ed annotazioni fondamentali che consentono di decifrare la cultura anche e soprattutto religiosa del grande protagonista degli ultimi decenni dell’Ottocento in Francia, i cui orientamenti culturali erano scarsamente noti. (19)
Notevole contributo è il saggio Un Artemidoro del XIX secolo, pubblicato in “Storia dell’Arte” n. 119, maggio-ag. 2008. Il saggio riguarda il cosiddetto “papiro di Artemidoro”, esposto a Torino nel 2006 con grande risonanza come originale del geografo greco, ma attribuito a ragione  da L. Canfora al noto falsario ottocentesco Costantino Simonidis. C. presenta nuovi confronti alle illustrazioni del papiro con opere del Dürer e individua la fonte del “Proemio” nell’introduzione di Karl Ritter al Trattato di Geografia (ed. francese Parigi 1836: Géographie Générale comparée), portando così una inequivocabile conferma alla clamorosa tesi del falso,  mentre le più recenti pubblicazioni di L. Canfora hanno messo completamente fuori giuoco le ostinate difese di S. Settis.

 

Note
15) Con articoli sul Canaletto (in “L’Espresso”, 5 febbraio 1984), su Bernardo Bellotto (in “Corriere della Sera”, 1 giugno 1975), sul Piazzetta (in “L’Espresso”, 3 luglio 1983), sulla mostra Dal Ricci al Tiepolo ( in “L’Espresso”, 17 agosto 1969), sulla mostra Civiltà del Settecento a Napoli (in “L’Espressso”, 3 febbraio 1977), su Canova (in “L’Espresso”, 8 novembre 1978).

16) Caduta di Fetonte, in Piranesi: incisioni-rami-legature-architetture, cat. della mostra omonima, Neri Pozza Editore, Venezia 1978, pp.25-28; Le Carceri, alle pp. 9-63 di Piranesi nei luoghi di Piranesi, cat. della mostra omonima, promossa da C. con altri studiosi, con sedi a Cori, nella Calcografia Nazionale di Roma, in Castel S. Angelo, negli Orti Farnesiani e nell’Istituto di Studi Romani attiguo a S. Maria del Priorato, Multigrafica editrice, Roma 1979. Giovan Battista Piranesi. Dispensa per il corso monografico del prof. M. C., Università degli Studi di Roma “La Sapienza – Istituto di Storia dell’Arte. Prima cattedra di Storia dell’Arte Moderna, Roma, Il Bagatto Editore, 1980; Ideologia e riferimenti delle ‘Carceri’, in Piranesi tra Venezia e l’Europa, Atti del Convegno omonimo, Firenze, Leo S. Olschki, 1983; Nota ai “grotteschi” o capricci di Piranesi, in Piranesi e la cultura antiquaria. Gli antecedenti e il contesto, Atti del Convegno promosso da M. C., Multigrafica Editrice, Roma 1983, pp. 135-140.
17) Tra questi quaderni, editi da Palma Editrice, Palermo, sono particolarmente interessanti quello dedicato da D. Malignaggi e D. Favatella Lo Cascio nel 1976 allo scultore massone Valerio Villareale (1773- 1854), con introduzione di C. (che si riallaccia al filone piranesiano) e quello dedicato da A. Giardina nel 1974 a Michele Catti (1855-1914) pittore del tardo Ottocento allora quasi sconosciuto, ancora con introduzione dello stesso C.; continuerà poi l’opera di valorizzazione dell’arte siciliana dell’Ottocento, assegnando una tesi su Antonio Sciuti, da cui A. Corsi trarrà la prima importante monografia sull’artista (A. Corsi, Giuseppe Sciuti, Ilisso Edizioni, Nuoro, 1989). La monografia contiene uno scritto di C. (Sciuti e la cultura del verismo, alle pp.11-13), che in seguito curerà anche una mostra dell’Ottocento siciliano per la Fondazione Whitaker (catalogo al momento non rintracciato). In seguito C. scopre un’importante decorazione ad affresco di Sciuti nella volta di un palazzo nobiliare di Arpino, in corso di pubblicazione su “Storia del’Arte”.
18) Sul “Corriere della Sera”:  Silvestro Lega, 22 luglio 1973; Macchiaioli, 30 maggio 1976; Courbet, 17 ottobre 1977; Appiani, Hayez e l’Accademia di Brera, 13 febbraio 1975; Millet, 30 novembre 1975; Piccio, 3 novembre 1974; Impressionismo e i suoi rapporti con l’Italia, 22 settembre 1974; Movimento simbolista, 4 aprile 1973; mostra di Pittura Inglese dal 1660 al 1840, 30 gennaio 1975; Corot, 26 ottobre 1975; Pellizza da Volpedo, 13 marzo 1977; fotografie di Nunes Vais, 26 maggio 1974; Cézanne e Degas (fogli non rintracciati). Su “L’Espresso”: Camuccini, 19 novembre 1978; Daumier, 25 gennaio 1981; Nazareni, 21 maggio 1978; Courbet, 30 novembre 1969; Previati, 24 agosto 1969; Preraffaelliti, 12 marzo 1972; David, 7 febbraio 1982 e 22 ottobre 1972; Burne-Jones, 16 novembre 1986. Sul “Tempo” di Roma: Degas, aprile 1987; Degas, 27 febbraio 1988; Lega, marzo 1988;  Corot, dicembre 1987; C. dedica inoltre un saggio ad Antonio Mancini su “Art e Dossier”, Giunti Editore, n.57 , 1991, pp. 20 ss.; pubblica Le maschere di Ensor,  cat. della mostra Ensor. Dipinti, disegni, incisioni, edizioni Electa, Milano 1981, pp. 11- 14; pubblica Il diario di Delacroix in “Comunità”, n. 31, giugno 1955, pp. 68-71.
19) Il segreto di Seurat. Un taccuino inedito in “Storia dell’Arte”, n. 124, settembre-dicembre 2009, pp. 79-141. Alle pp. 560-608 di Profilo dell’arte francese, a cura di Andrea Emiliani (dalle origini al Cinquecento) e M. C. (dal Seicento ai nostri giorni), estratto dall’enciclopedia “Il Milione” nn. 17,18,19, Milano 1959, un largo spazio è dedicato ai sec. XVIII e XIX in Francia. Si veda anche La pittura francese dall’Impressionismo alle avanguardie, in cat. della mostra I cento capolavori dell’Ermitage, Impressionisti e Avanguardie, mostra tenutasi a Roma nelle Scuderie Papali del Quirinale, dicembre 1999-giugno 2000, Electa Editrice, Milano 1999, pp. 36-43.