Dalla seconda metà del Novecento

L’arte della seconda metà del XX secolo è accompagnata nel suo farsi dall’attivo interesse critico di C.  che ha realizzato una militanza critica che si distingue per la continuità del lungo tragitto e la lucidità di indicazioni sempre tempestive e spesso in notevole anticipo, dall’Astrattismo del secondo dopoguerra all’Informale e alla Pop Art americana, agli anni Sessanta in Italia e all’Arte Povera, all’Arte Concettuale, alla Video-Art e alle Avanguardie extrapittoriche degli anni Settanta, fino al ‘ritorno alla pittura’ dei primi anni Ottanta; ha poi continuato fino ad oggi a produrre saggi, mostre e presentazioni di artisti, con larga apertura di interessi, prestando particolare attenzione alla persistenza della pittura. C. è peraltro lo studioso che può vantare il più lungo e assiduo rapporto di collaborazione con la Biennale di Venezia, dal 1954 al 1997, come critico, membro delle giurie di premiazione e delle commissioni di invito, membro del Consiglio direttivo e poi Direttore del settore Arti Visive.
Il rapporto inizia appunto nel 1954 (catalogo della XXVII Biennale, pp. 132-134: presentazione di Roberto Melli), per proseguire con la XXVIII Biennale (1956, pp. 200-201 del catalogo: presentazione di Antonio Scordia), con la XXX Biennale (1960, pp. 112-113 e pp. 115-117 del catalogo: presentazioni di Giovanni Korompay e di Leoncillo), con la XXXII Biennale del 1964 alla cui Commissione di inviti prende parte (vedi catalogo a p. X; e presentazioni delle Sale di Ettore Colla, di Vasco Bendini e di Pinot Gallizio alle pp. 92-116, nonché presentazione dei “Gruppi di opere: pitture e sculture” con giovani artisti allora emergenti da lui invitati: Tancredi, Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Guido Strazza, Antonio Sanfilippo, Gianfranco Ferroni, Lucio Del Pezzo, Antonio Recalcati, Giacomo Soffiantino, Giosetta Fioroni, Enzo Mari, Enrico Castellani, Gruppo N e Gruppo T, alle pp. 129-146); con la XXXIV Biennale del 1968 (cura della mostra “Quattro maestri del primo Futurismo italiano”: Balla con 49 opere, Carrà con 7, Severini con 15, Russolo con 5, escluso Boccioni precedentemente esposto, e presentazione della stessa mostra in catalogo, pp. XLI-XLVIII + 28 tavole, presentazione di Guido Strazza alle pp. 40-41). In questa stessa Biennale del 1968 fa parte con C. Brandi della Giuria di premiazione, ma questa viene rimandata all’autunno, in seguito alle ben note contestazioni che disturbarono gravemente l’inaugurazione; nel frattempo venivano a mancare i due artisti ai quali maggiormente C. e lo stesso Brandi guardavano, Pino Pascali e Leoncillo, a cui, pertanto, non fu più possibile attribuire alcuno dei premi, riservati ad artisti viventi. Fu premiato Gianni Colombo.
I premi vennero poi soppressi nella successiva edizione, ma reintrodotti da C. che (dopo aver fatto parte del Consiglio Direttivo della Biennale) nel 1983 viene nominato Direttore del settore Arti Visive e cura le Biennali del 1984 e del 1986. Per la Biennale del 1984 cura personalmente due grandi mostre: la prima Arte allo specchio con opere di Duchamp, Man Ray, Picasso, Picabia,  Salvador Dalì, de Chirico,  Carlo Carrà,  Alberto Savinio, Filippo De Pisis, Virgilio Guidi, Pio Semeghini,  André Masson,  Renato Guttuso,  Robert Rauschenberg,  Roy Lichtenstein,  Andy Warhol,  Mario Schifano, Tano Festa, Mario Ceroli,  Martial Raysse, Gerhard Richter,  Giulio Paolini,  Michelangelo Pistoletto,  Vettor Pisani,  Claudio Parmiggiani, Osvaldo Romberg, Marcel Broodthaers, Luciano Fabro, Anne e Patrick Poirier,  Didier Vermeiren,  Luigi Ontani, Salvo,  Carlo Maria Mariani,  Ubaldo Bartolini,  Franco Piruca,  Stefano Di Stasio, Marc’Antonio Tanganelli,  Omar Galliani,  Gérard Garouste,  Patrice Giorda,  Christopher Lebrun, Peter Greenaway, Athos Ongaro, Jean Michel Alberola, Louis Cane, Jiri Anderle,  Arnulf Rainer, Michael Buthe, Roberto Barni, Sandro Chia. Arte Ambiente, Scena è la seconda mostra curata da C. per la Biennale del 1984; nel suo ambito presenta anche una serie di video, in una rassegna già comprensiva (in un momento in cui la Video Art era caduta in un certo disinteresse) dei maggiori rappresentanti di questa tendenza.  In materia, C. aveva già curato a Bologna nell’ambito della mostra Gennaio ’70, in collaborazione con R. Barilli e T. Trini, la prima mostra italiana di Video Art (la seconda a livello internazionale dopo la nota rassegna di G. Schum, tenutasi nell’autunno 1969). (27)  C. nella Biennale del 1986 organizza in Palazzo Grassi con A.M. Marchetti la grande mostra della Secessione viennese, pubblicando un ampio saggio in catalogo. La Biennale che ha come tema “Arte e Scienza” è composta dalle sette sezioni già menzionate, tra cui la sezione “Tecnologia e informatica”, dotata come le altre di un suo catalogo, Electa Edizioni, 1986, dove a p. 34 si legge: “Qui a Venezia abbiamo cercato di mettere insieme un network molto complesso e molto vario: ciò che l’opera pioneristica di artisti interagenti con la Slow Scan Television , testo e telefaxcsimile prometteva, è stato ampliato così da includere nuovi sistemi di videotex ad accesso pubblico e scambi di immagini attraverso connessioni di Personal computer. Da Venezia abbiamo raggiunto l’Australia, il Nordamerica e molte parti di Europa, collegando individui e gruppi di artisti con una gamma complessa di questi nuovi mezzi di comunicazione. Questo intreccio di mezzi, tra loro collegati nel laboratorio Ubiqua qui a Venezia, anticipa la piena integrazione di modelli digitali che finirà per risultare in una sorta di simbiosi del tutto originale fra esseri umani e sistemi artificiali di comunicazione e di pensiero. Abbiamo cercato di generare un ricco flusso di immagini e testi provenienti da tutto il pianeta. Questa è in effetti l’essenza stessa del networking. La Biennale è un momento importante, un periodo di interazioni intensamente concentrate, con un contesto specifico, ma il Network planetario si è formato sviluppandosi da collegamenti e raggruppamenti precedenti fra e di artisti; continuerà a crescere, diramandosi verso un numero sempre maggiore di collaborazioni”. A distanza di tempo, non può sfuggire l’importanza di questo esperimento, che è stato una delle prime manifestazioni in assoluto di quel sistema che prenderà poi il nome di Internet.
Nella Biennale del 1988 C. fa parte di nuovo della giuria di premiazione (Gran Premio a Jasper Johns) e nella Biennale del 1995 fa parte della Commissione inviti, presentando in catalogo una serie di giovani artisti tra cui Stefano Di Stasio. Nel 1997 fa nuovamente parte della Giuria di premiazione della Biennale, ma si dimette con larga eco sulla stampa, non ottenendo che il premio andasse, come da lui insistentemente proposto, all’artista tedesco Anselm Kiefer (non ancora del tutto riconosciuto).
C., che come già ricordato presiede la Fondazione Burri, è stato tra i primi ad avvedersi dell’importanza di Alberto Burri. Una sua lettera indirizzata al pittore il 16 giugno 1956 e conservata nel suo archivio è stata pubblicata nel catalogo Prima di Burri e con Burri (Città di Castello, marzo-giugno 2005, Silvana Editoriale, Milano 2005, p. 111 ) attesta come il suo interesse per il maestro abbia inizio fin dal 1956, quando gli invia in visione un saggio che poi pubblicherà, ampliato, nel 1959. (Alberto Burri, in “Quadrum” VII, 1959, A.D.A.C., Brussels, pp. 79-90). Abbiamo già accennato alle novità di interpretazione di questo saggio anche secondo un’angolazione piscoanalitica, ma C. indaga per la prima volta anche la formazione figurativa dell’artista, individuando in Prampolini una delle fonti e in Giorgio Morandi un punto di riferimento. Numerosi sono gli altri scritti su Burri, anche come presentazioni di mostre dell’artista curate dallo stesso C. in Italia e all’estero. (28)
Il saggio L’Informale in Italia fino al 1957 introduce la mostra omonima curata da C. a Livorno con la collaborazione di D. Durbè (29).
Nel dicembre 1963 presenta sulla rivista “Collage” (Editore Denaro, Palermo) la prima panoramica a livello internazionale del New Dada e della Pop Art americani con un saggio dal titolo Ricognizione e reportage, poi ripubblicato insieme ad altri scritti sulla stessa Pop Art nel già citato Le due avanguardie. In quest’ultimo volume e nel già ricordato Avanguardia di massa del 1978 (saggio che analizza l’esondare delle avanguardie, e l’allargarsi dei loro modelli, in una cultura diffusa, particolarmente in quella dei giovani contestatori: concetto poi acquisito largamente e riproposto in varie avanguardie, e l’allargarsi dei loro modelli, in una cultura diffusa, particolarmente informe) compaiono scritti in larga parte pionieristici, dagli anni Cinquanta in poi riguardanti, tra gli altri, Jackson Pollock, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, lo Spazialismo, Ennio Morlotti, Rober Rauschenberg, Jasper Johns, Claes Oldenburg, Jim Dine, Andy Warhol, George Segal, Roy Lichtenstein, Francis Bacon, Asger Jorn, Morris Louis, James Rosenquist, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Colla, Mario Ceroli, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Vasco Bendini, Meret Oppenheim, Man Ray, Giulio Paolini, Vettor Pisani, i films d’artista, Luca Patella, Cy Twombly, Fabio Mauri, Christo.
Centinaia sono gli scritti su diversi altri artisti della seconda metà del XX secolo, per lo più militanti nelle Avanguardie, tra cui anche Guttuso che C. rivaluta dedicandogli alcune mostre (30).Nel 1965, Direttore della Calcografia Nazionale, apre una “scuola” di incisione, dove opereranno Antonino Virduzzo e Luca Patella e debutteranno incisori tra cui  Guido Strazza (artista ripetutamente presentato da C.).
Dal 1993 al 1999, Direttore del Museo Laboratorio dell’Università “La Sapienza” di Roma, promuove una lunga serie di mostre personali (ciascuna della durata di un mese) di Andrea Aquilanti, Maria Dompè, Roberto Gnozzi, Mino Trafeli, Alessandra Giovannoni, Luca Pancrazzi, Luca Patella, Gianfranco Notargiacomo, Riccio, Giovanni Arcangeli, Thomas Corey, Alina Picazio, Tommaso Tozzi, Paola Zampa, Bruno Canova, Salvatore Pulvirenti, Lino Frongia, Aldo Mondino, Giuseppe Gallo e Alfredo Pirri, Imre Toth, Dario Passi, Adriano Nardi, Maurizio Mochetti, Rocco Salvia, Lucia Romualdi, Vettor Pisani, Klus Karl Mehrkens, Claudio Pieroni, Jan Krone, Gillo Dorfles, Marco Cingolani e Pierluigi Pusone, Aldo Zelli, Elvio Chiricozzi, Pasquale Santoro, Claudio Verna, Alberto Zanazzo, Enrico Castellani, Mauro Staccioli, Daniela Monaci, Maurizio Savini, Claudio Fazio, Cesare Tacchi, nonché la mostra Paesaggi (Arte, Cinema, Video) e la mostra sui documentari d’arte di Franco Simongini, seguendo i rispettivi cataloghi e prendendo parte ai dibattiti indetti in chiusura di ciascuna mostra; inoltre cura personalmente e con saggi in catalogo le mostre di Baruchello, Giosetta Fioroni, Vasco Bendini, Stefano Di Stasio, Luca Patella.
Di enorme ampiezza sono i contributi di C. all’arte del XX secolo. Occupandosi per primo o tra i primi di artisti come Burri, Afro, Walter De Maria, i Pop americani, Mario Schifano, Mario Ceroli, Tano Festa, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Gino De Dominicis, Vettor Pisani, Stefano Di Stasio, Carlo Maria Mariani, Cesare Tacchi, Sergio Lombardo,  Renato Mambor. C. è stato il principale critico e sostenitore di tutta la “Scuola di piazza del Popolo”, così da lui battezzata in una presentazione collettiva del 1966, fermo restando il merito del gallerista Plinio De Martiis (da non confondersi con il critico De Marchis). Come responsabile della Sezione Giovani alla Biennale già ricordata del 1964, rende noti, invitandoli, diversi di questi artisti. Nel 1960-61 cura i premi per i giovani della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, concorrendo a premiare Mario Ceroli, Mario Schifano, Giuseppe Uncini, Tano Festa ed altri. Al Premio Spoleto del 1966 conferisce il primo premio a Ceroli e il secondo all’esordiente Pascali.
Nel maggio del 1967 cura nella galleria L’Attico di Roma la mostra Acqua Terra Fuoco Immagine e a Foligno, a Palazzo Trinci, la mostra Lo spazio dell’immagine. Sono queste prime manifestazioni di quella che G. Celant chiamerà Arte Povera. (31)
Nel 1969 curerà la mostra 4 artistes italiens plus que nature (Ceroli, Kounellis, Marotta, Pascali) nel settore del Louvre dedicato al  Musée des Arts Décoratifs.
All’inizio degli anni Ottanta tiene a battesimo il movimento da lui denominato “Anacronismo”, che propone non già in alternativa all’arte di Avanguardia, ma come nuova apertura per un rilancio della pittura (bandita dalla critica di allora) e come lettura in chiave di riconsiderazione dell’arte del passato, con artisti come Carlo Maria Mariani, Stefano Di Stasio, Ubaldo Bartolini, Omar Galliani, Paola Gandolfi, Franco Piruca, Piero Pizzi Cannella, Alberto Abate. Nello svolgersi del tempo, fino ad oggi, l’appello al passato, fino ad allora inedito, ha trovato larghi e numerosi declinazioni in artisti come Igor Mitoray, Bill Viola e moltissimi altri, divenendo un motivo ricorrente in varie forme nella produzione degli anni Novanta e del nuovo secolo, dimostrando ancora una volta l’eccezionale lungimiranza della critica calvesiana che, pur riconoscendo validità alle ricerche extrapittoriche, ha puntato su un recupero della pittura, ancora combattuto da critici modaioli, ma largamente impostosi sia pure a lenti e graduali passi.

Note
27) Gennaio 70. Comportamenti, progetti, mediazioni (Bologna, Museo Civico, gennaio-febbraio 1970) con la partecipazione tra gli altri di Gino De Dominicis e Mario Ceroli.
28) Sacchi, ferri e plastiche di Burri, in “Le Arti”, n. 9, settembre 1962; Il gruppo Origine, in “Qui Arte Contemporanea”, Roma, marzo 1967; Uno scandalo nato con Caravaggio, in “Le Ore”, 19 maggio 1966; Comincia il dopo Burri, in “L’Espresso”, 24 dicembre 1967; Alberto Burri, Fabbri Ed., Milano 1971, pp. 188 (II ed. Milano 1977)
Burri: il confine di un mondo, in “L’Espresso”, 31 ottobre 1971; Il profondo respiro di Burri, in “Corriere della Sera”, 23 maggio 1973; In Burri la realtà finge la pittura, in “Corriere della Sera”, 25 maggio 1975; Alberto Burri. Disegni, tempere e grafica 1948-1976, cat. della mostra tenutasi nel 1976 nel Palazzo Ducale di Pesaro, Pesaro 1976, pp. 5-9; Alberto Burri. Opere Grafiche 1973-1977, in cat. della mostra omonima nella Galleria “2RC” di Roma, Pero (Mi) 1977; Il nuovo Burri veste di Cellotex, in “Corriere della Sera”, gennaio 1976; Dieci quadri, in “L’Espresso”, 15 febbraio 1981; Alberto Burri. Oeuvre Graphique 1959-1985, in cat. della mostra tenutasi ad Amiens, Maison de la Culture, 1985, pp. 7-11; Il viaggio di Burri, in cat. della mostra Burri. Il viaggio, Sestante, Annottarsi, tenutasi a Roma nel 1987 nell’ex Stabilimento Industriale Peroni, Città di Castello, 1987, pp. 16-54; Premessa a Burri Monotex Multipli, in cat. della mostra omonima tenutasi nel 1987 presso il Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea dell’Università di Roma, Roma 1987, pp. 9-10; Introduzione a M. Di Capua, L. Mattarella, Fondazione Burri, Milano 1999, pp. 11-12; Burri inedito, in cat. della mostra omonima a cura di M.C., tenutasi nel 2000 a Città di Castello, Ex seccatoi del Tabacco, Milano 2000, p. 15-18; Inediti di Burri, in “Ars”, n. 32, agosto 2000; Nuovi orizzonti della pittura, in cat. della mostra Burri tenutasi nel 2001-2002 nei Chiostri di S. Domenico di Reggio Emilia, Città di Castello 2001, pp. 15-17; Percorso di Burri, in cat. della mostra Burri. Cellotex, tenutasi nel 2003 a cura di M. C. nell’Auditorium di Roma, Città di Castello 2003, pp. 9-10; Color nero Caravaggio, in cat. della mostra I neri di Burri, tenutasi nel 2003 ad Acqui Terme, Milano 2003, p. 11; Periplo del Mediterraneo. I maestri (Burri, Klein, Tàpies, Antonakos), in cat. della mostra Periplo del Mediterraneo, tenutasi a cura di M.C. e M. Vescovo nel 2004 a Genova, Museo dell’Accademia Ligustica, Milano 2004, pp. 29-31; Premessa a M. Marianelli, Alberto Burri. L’equilibrio squilibrato, Milano 2005; Alberto Burri e i mutamenti dell’arte, in cat. della mostra Burri. Gli artisti e la materia 1945-2004, tenutasi nel 2005-2006 a cura di M. C. e I. Tomassoni a Roma nelle Scuderie del Quirinale, Milano 2005, pp. 17-30; I cellotex nell’autobiografia di Burri, in cat. della mostra Burri. Cellotex tenutasi a Bologna, Arte Fiera 2006, Città di Castello 2006, pp. 7-8; Premessa alla mostra Burri e Fontana. Materia e Spazio, tenutasi a Catania, Palazzo Valle nel 2009-2010, Milano 2009; El camino de Burri, in cat. della mostra Alberto Burri tenutasi a cura di M. C. nel Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid nel 2006, Madrid 2006, pp. 17-29; Alberto Burri Graphic Works, in cat. della mostra omonima tenutasi nella New York University nel 2009, New York 2009; Burri: una autobiografia, in cat. della mostra Burri tenutasi a cura di M.C. e C. Sarteanesi presso la Triennale di Milano nel 2008-2009, Milano 2008, pp. 19-30; La bussola di Burri, in cat. della mostra Burri. Prima e con, tenutasi a cura di M. C. e C. Sarteanesi nel Palazzo Vitelli alla Cannoniera di Città di Castello nel 2005, Milano 2005, pp. 13-15; Burri Grafica. Opera completa, in cat. della mostra omonima tenutasi a Città di Castello nel 2003-2004, Città di Castello 2003, pp. 14-24; Un arso legno, in cat. della mostra Michelangelo / Burri. Foto di Aurelio Amendola tenutasi nel 2008 nella Galleria Frittelli di Firenze, Poggibonsi 2008, pp. 23-25; I Sacchi di Alberto Burri, in “Ars”, a. II, n. 10 (11), ottobre 1998, pp. 80-81; Dal polimaterismo futurista a Burri e all’arte povera, in cat. della mostra Del futurismo al láser. La aventura italiana de la materia, Barcelona, Palau de la Virreina, 29 novembre 2000 – 14 gennaio 2001, a cura di M. C. e Rosella Siligato.
29) L’Informale in Italia fino al 1957, cat. della mostra a cura di M. C.  con la collaborazione di D. Durbè, Livorno, Marzo – Aprile 1963, De Luca Ed., Roma 1963
30) La grazia di de Kooning – The Grace of de Kooning, in cat. della mostra Willem De Kooning. Late Paintings, tenutasi a Roma, Museo Bilotti, ottobre 2006 – febbraio 2007, Verona 2006, pp 21-26; Michelangelo Antonioni. Le montagne incantate, in cat. della mostra omonima a cura di M. C., tenutasi nel Museo Correr di Venezia nel 1983, Milano 1983; Augenblicke-Momente: Turcato, in cat. della mostra Turcato tenutasi a München nel 1985, München 1985; Percorso di Strazza, in cat. della mostra Strazza, tenutasi nella Galleria Comunale d’arte di Conegliano nel 1999, Conegliano 1999; Between Entanglement and Embroidery. Tra viluppi e ricami, in cat. della mostra Hans Hartung tenutasi nella Galleria Cafiso Arte di Milano, l’ottobre 2005 – gennaio 2006, Milano 2005, pp. 12-20; Presentazione della mostra di aborigeni australiani Papunya Tula tenutasi nella Gallery Gabrielle Pizzi, Melbourne 1989, pp. 3-4 (in lingua inglese); La Pop Art e i mass-media in cat. della mostra Il segno americano. Manifesti Pop Art tenutasi nella Casa della Città di Roma nel settembre-ottobre 1989, Milano, 1989, pp. 21-23; Presentazione della mostra Serigrafie Pop curata da M. C. nella Calcografia Nazionale di Roma, maggio-settembre 1966, Roma, pp. 84-107 (con antologia di scritti di C. sulla Pop Art); Hermann Albert und der Baum des Leben in cat. della mostra Hermann Albert Bilder tenutasi a Braunschweig, Kunstverein nel marzo-aprile 1995, Monaco 1995, pp. 8-10; Agli espositori, al pubblico, ai colleghi critici,
pp. 21-23, presentazione in cat. della mostra Gennaio’70. Comportamenti, progetti, mediazioni (prima mostra italiana, e una delle primissime a livello internazionale, di Video-Art con azioni registrate di Anselmo, Bendini, Boetti, Calzolari, Ceroli, Cintoli, Colombo, De Dominicis, Del Pezzo, Devalle, Fabro, Kounellis, Marotta, Mattiacci, Merz, Mochetti, Nespolo, Paolini, Patella, Penone, Pistoletto, Pozzati, Prini, Uncini, Zorio). Mostra curata da M. C. con R. Barilli, A. Emiliani, T. Trini; Renato Guttuso, figlio ribelle degli anni Venti, in “Arte Dossier”, n. 62, novembre 1991, pp. 4-11; Fabio Mauri. Presentation, in Fabio Mauri. L’ écran mental, Le Fresnoy, Studio National des arts contemporaines, 2003; Temperatura Di Stasio, in cat. della mostra di Stefano Di Stasio tenutasi nella Galleria del Tasso, Bergamo, 2004; Diario di una scrittura su Romiti, in cat. della mostra Sergio Romiti tenutasi nel 1976 a cura di M. C. nella Galleria d’Arte Moderna nel 1976, Bologna 1976, pp. 5-11; Le re-azioni di Pascali, in Pascali Performer, Roma, L’Attico, 1991, pp. 13-15; Incontri nella piazza bianca, in cat. della mostra Mario Ceroli / Kaer Oly tenutasi a Roma a cura di M. C. nella Galleria d’Arte La Nuvola, Roma 2006; Omar Galliani. Le ciglia del naufrago, in cat. della mostra omonima tenutasi nel 1983 presso la Galleria G 7 di Bologna, Ravenna 1983; Il pennello annichilito (Piruca), in “L’Espresso”, 23 marzo 1980; Autobiografia critica, in cat. della mostra Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, tenutasi a Roma in Palazzo delle Esposizioni, Roma 1981; Anacronismo, Ipermanierismo. Introduzione, in cat. della mostra omonima curata ad Anagni da I. Tomassoni, Venezia 1984, pp. 7-8; Anacronismo, in cat. della mostra Disegni tenutasi a Roma nella Galleria La Tartaruga, Roma 1982; Gli anacronisti o pittori della memoria, in cat. della mostra omonima a cura di M. C. tenutasi a Reggio Emilia e ad Alessandria nel 1983 (Centro Stampa Litograf, Reggio Emilia1983; Edizioni Graziano Vigato, Alessandria 1983); Il tempo e i tempismi, in cat. della mostra Il tempo dell’immagine, tenutasi a Foligno nel 1983, 1983; Buongiorno, fantasmi, presentazione della mostra Sei pittori. Alberto Abate, Stefano di Stasio, Salvatore Marrone, Nino Panarello, Franco Piruca, Piero Pizzicannella tenutasi nella Galleria de’ Foscherari di Bologna, aprile-maggio 1980; Arte o Mammona?, in cat. della mostra Ceccobelli, Di Stasio, Pozzati tenutasi nella Casa del Mantegna a Mantova nel 1982, Mantova 1982; Ut pictura poesis. Anacronismo n. 2 per Stefano Di Stasio, in cat. della mostra Di Stasio tenutasi nella Galleria Monti di Macerata nel 1983, Macerata 1983; Arte e tempo, in Teatro delle mostre, cat. della mostra omonima tenutasi nella Galleria La Tartaruga di Roma nel maggio del 1968, Roma 1968, pp. 8-14; Immaginazione e pathos di un grande artista, in Mario Ceroli, cat. della mostra personale nel Palazzo delle Esposizioni di Roma curata da M. C. e C. Terenzi, Firenze, 2007, pp. 9-21; Considerazioni sulla scultura, in Sculture alle porte d’Oriente, cat. della mostra omonima nel Museo Archeologico di Brindisi, Milano 2006, pp. 10-13; Presentazione in catalogo della mostra Corsini, Nagasawa, Nunzio, Palmieri, Riccio. Omaggio a Brancusi nella Galleria L’Attico, Roma 1989; Per Vedova, in Vedova. Compresenze 1946-1981 (cat. della mostra personale di San Marino), Milano 1981, pp. 14-18; Strutture della visione, in cat. della mostra omonima tenutasi ad Avezzano a cura di G Tempesti e I. Tomassoni, Roma 1964, pp. 27-30; Der fünfzackige Bildhauer Stern (Ceccobelli, Toraldo, Gnozzi, Nunzio, Ontani), in cat. della mostra Trigon 85. Synonyme für Skulptur tenutasi a Graz, Kunstlerhaus, Neue Galerie, 1985, Das Kulturreferat, Graz 1985, pp. 12-15; Ecce homo, in cat. della mostra Guttuso.Opere dal 1931 al 1981 tenutasi a Venezia Palazzo Grassi nel 1982, Firenze 1982, pp. 19-32; Segrete complicità, in cat. della mostra Guccione. Opere 1962-2000 a cura di M.C. nel Palazzo Ziino di Palermo, Roma 2001, pp. 9-10; Maestri siciliani del XX secolo. Mostra di Accardi, Attardi, Caruso, Consagra, Guccione, Guttuso, Mazzullo, Migneco, Perez con presentazione di M. C., Enna 1987; L’arte della rivoluzione, alle pp. 37-42 del cat. della mostra Passione per la vita. La rivoluzione dell’arte messicana nel XX secolo, tenutasi a Napoli nel 1997, Milano, 1997; La formazione di Magnelli, alle pp. 11-12 del cat. della mostra Omaggio a Magnelli, tenutasi a Firenze nel 1988, Milano,1988; Rileggere Mario Ceroli, alle pp. 9-17 del cat. della mostra di Mario Ceroli a Firenze, Fortezza del Belvedere, curata da M. C., luglio – ottobre 1983, Firenze 1983; Gino Marotta, Milano 2007, pp. 400 con ill.ni nel testo; Un decennio alato, alle pp. 11-15 in cat. della mostra Piazza del Popolo e dintorni. La scuola romana degli anni Sessanta tenutasi nel 2005 a cura di M.C. e A. Dambruoso nei Musei Civici di Vasto nell’ambito del XXXVIII Premio Vasto, Teramo 2005.
31) La priorità di M. C. rispetto a G. Celant nell’ impostare la novità di quella sarà chiamata “Arte Povera” è del tutto evidente dal confronto di questi testi con le prime formulazioni celantiane dell’Arte Povera e con il saggio che lo stesso Celant ha prodotto nella citata mostra Lo spazio dell’immagine, del tutto ispirate a criteri geometrico-formalistici.